Monte Navegna

Insieme al monte Cervia forma una riserva naturale a ridosso, alcuni la pongono dentro, dei monti Carseolani.
La montagna tra i due laghi, quelli del Turano e del Salto; 1508 metri di panorami quasi unici, sicuramente imperdibili sui laghi, molto interessanti quelli sugli Appennini laziali e abruzzesi. Almeno una volta bisogna salirci, e quando ci sei salito prima o poi ci ritorni.


Una proposta per andare a conoscere da vicino questa bella montagna che offre molti aspetti di interesse naturalistico uniti a delle viste di grande suggestione sul Lago del Turano. Tenuto conto della pochissima distanza tra l’attacco di entrambi i sentieri nel paese di Ascrea, iniziare l’escursione prendendo il n.334 e rientrare lungo il n.333 costituisce il modo migliore per visitare il versante sud-est della montagna che si eleva dalla profonda Gola dell’Obito e quello orientato ad ovest che sovrasta le sponde del lago. Il punto di partenza si trova nella parte alta dell’abitato in corrispondenza delle ultime abitazioni dove sono alcune indicazioni di fronte al piccolo cimitero: si inizia con una breve e ripida salita che immette su un traverso che il leggera e costante pendenza descrive un’ansa con continuo affaccio sulla Gola dell’Obito dal cui fondo giunge il suono d’acqua del rio omonimo. Segue un tratto in cui si prende quota con una serie di svolte mentre la vista inizia ad aprirsi verso sud sulla sagoma del vicino Monte Cervia ed in breve ci si trova ad una sella nei pressi delle rovine dell’antico villaggio di Mirandella: poche mura in pietra che ancora resistono in una posizione dominante, immerse nella fitta vegetazione da cui si può scorgere il notevole paesaggio che include il lago per tutta la sua estensione fino alla sommità del Monte Navegna. Lasciato alle spalle questo primo punto di interesse si prosegue su percorso aperto e panoramico a cui fa seguito un tratto immerso in un fitto bosco di abeti che immette sulla strada brecciata che in piano conduce al Valico le Forche, crocevia con i sentieri che salgono dal versante est del Monte Navegna e con quello verso il Fosso Valloppio che si prenderà al ritorno per rientrare ad Ascrea; l’avvallamento prativo merita sicuramente una sosta per la sua bella posizione soleggiata con al centro la scintillante Fonte le Forche e i due piccoli rifugi. Il cammino riprende alla volta del Colle Mogaro che si raggiunge attraversando dapprima un bosco rado di lecci e querce e poi uscendo definitivamente allo scoperto con una magnifica visuale dall’alto sul Lago del Turano e sui borghi che ne popolano le sponde. Attraversata la modesta altura di Colle Mogaro, avvolta in un boschetto dove sono alcuni alberi vetusti, si percorre una sella per andare ad affrontare il tratto ripido della Costa delle Cipolle che si supera con una serie di svolte oltre cui si distendono i vasti e ondulati prati sommitali del Navegna che culminano nella croce di vetta da cui la vista si apre anche sul settore nord-orientale dalla Laga e Gran Sasso fino al Velino ed oltre, includendo anche il Lago del Salto. Per il ritorno ad Ascrea ci si riporta alla Fonte le Forche per il percorso di andata e di lì si imbocca il sentiero n.333 che si infila sul fondo del Fosso Valloppio e scende in direzione del lago; è questo un tratto di piacevole cammino al lato del fossato attraverso boschi di varie essenze fino ad uscirne in corrispondenza delle Coste di Ascrea dove si cambia direzione e si prosegue verso sud in graduale discesa verso l’abitato con nuove e diverse prospettive sullo specchio d’acqua, andando così a chiudere questa remunerativa escursione.